Condivido con piacere questo video di Paolo Valenti, in cui ci spiega alcune cose fondamentali
Il numero di copie vendute dei libri viene tenuto segreto (i dati sono disponibili solo a pagamento)
Soltanto l’8% della tiratura totale di libri proviene dalla piccola editoria/microeditoria: vale a dire che meno di un titolo su dieci in commercio proviene dalla piccola editoria
Il 91 % della tiratura totale proviene da editori medi e grandi. (Si tratta di circa 150 case editrici, che insieme detengono il 91 % della tiratura).
Il 70 % dei lettori preferisce il formato cartaceo, anche se recentemente c’è stata una forte crescita del digitale.
C’è però una novità di cui il video non parla: è dal 2020 che il 40 % dei lettori non compra più i libri in libreria, ma sugli store online (primo fra tutti Amazon). Tenete presente questo dato nuovo, diffuso recentemente dall’Associazione Italiana Editori.
A proposito di numeri: volete sapere quante copie ha approssimativamente venduto un libro su Amazon? Ciò è possibile con lo strumento Amazon Sales Estimator Tool.
Basta collegarsi al suddetto sito web e inserire nella tabella il mercato (Italia), la categoria (libri) e il numero che indica la Posizione nella classifica Bestseller di Amazon (numero che si trova sotto i Dettagli di ogni libro).
Si avverte che il risultato è da prendersi con le pinze: si tratta di una stima approssimativa.
Tuttavia rimarrete stupiti nel constatare che anche libri blasonati o elogiati dai media e dai social vendano un numero modesto di copie.
Ospite dell’intervista di oggi è la scrittrice Virginia Less. Andiamo a conoscerla meglio.
Piacere di conoscerti, Virginia. Parlaci un po’ di te e del tuo libro.
Sono una prof di filosofia, cittadina insoddisfatta
e navigante per diletto. Vivo in campagna, non lontano dal mare, mi occupo di
un piccolo oliveto; ho un marito
“capitano”, due figlie e due nipoti.
Alla narrativa mi sono rivolta solo dopo
la pensione, dedicandomi al giallo. Scrivo
di vela, di società e di politica, così da “unificare” lo sport prediletto e le
frustrazioni civiche.
Declinazioni, il terzo lavoro, non appartiene però al genere marinaresco, anche se i “segreti” delle tre protagoniste
vengono rivelati attraverso una sorta di investigazione collaborativa.
Qual è il tema di fondo?
Direi
due: la “sorellanza” e il ritorno. Le donne
ormai mature che si ritrovano nel paese d’origine – dalla cui peculiare
atmosfera sono sempre rimaste rimaste avvolte- si conoscevano da ragazze, ma
non erano amiche. Possono così stabilire un legame non condizionato dal vissuto
comune e comunicare con sincerità il malessere sempre nascosto.
È un libro più basato sulla trama o sui personaggi?
Penso sui personaggi. La bellissima, la
sportiva e l’insegnante sono molto diverse tra loro e così le esistenze, i comportamenti e i
“segreti”. L’unico uomo, co-protagonista
di rilievo, è un amico intellettuale, mentre quelli cui sono legate si configurano in
absentia attraverso i ricordi e i discorsi. La trama è tuttavia
fondamentale: alterna presente e
passato, introduce diversivi interessanti e conduce con gradualità allo
scioglimento.
A cosa ti sei ispirata? Si riferisce a fatti/episodi particolari della tua vita, che ti hanno colpito?
La dedica del romanzo recita Alle
molte donne sole che conosco. Mi sono ispirata proprio ad alcune di loro,
in certo senso accorpandole e “narrativizzando”, com’è d’obbligo,
caratteristiche e vicende. Sì, diverse situazioni e un paio di eventi culturali
sono tratti dalla diretta esperienza.
Quali sono i tuoi modelli letterari?
Tanti. Scrivo da una decina d’anni, ma
leggo da sempre: anche gli autori poco congeniali hanno sicuramente esercitato qualche influenza.
Racconto storie di mare, con molti risvolti sociali e politici: tante le differenze, ma sono temi
caratteristici di alcuni gialli scandinavi.
E
mi consento volentieri delle digressioni filosofiche, magari rischiando
la pedanteria: influsso vistoso (si parva licet ecc.) del grande Eco.
Perché hai scelto questo titolo?
Il titolo Declinazioni ha, come nei due libri precedenti, un senso metaforico, da cogliere durante la lettura, e uno esplicito. Sandra è prof di greco: i suoi allievi declinano sostantivi e aggettivi.
Per scrivere il libro hai avuto bisogno di approfondimenti particolari?
Sì. Benché il romanzo sia ambientato nel mio
paese d’origine, ho ripercorso con cura storia e topografia per essere sicura
di non commettere errori. Ma sopratutto ho lavorato molto su un personaggio
“diverso”, che ha richiesto ricerche, letture e anche la consulenza di un’amica
psicologa che ringrazio a fine volume.
Come ti sono venuti in mente i personaggi? Si sono sviluppati a poco a poco o ti erano presenti fin dall’inizio?
Le protagoniste le avevo in mente da
tempo, ma nel corso della stesura sono divenute “autonome”, quasi
costringendomi a seguirle. Altri personaggi hanno preso forma più avanti e sono
anche cambiati mentre li facevo muovere nella storia.
Quanto c’è, di te, nel tuo libro?
Di autobiografico c’è la memoria dei luoghi, alcuni eventi culturali e aneddoti. Poco d’altro. Tuttavia sono convinta che l’autore si racconti comunque: di quali esperienze e pensieri dispone se non dei propri?
Cosa ne pensi della situazione editoriale italiana?
Rimango una dilettante e in definitiva la
conosco poco. Che si pubblichi in eccesso
viene ripetuto come un mantra. Da lettrice forte, trovo deludente molta
produzione delle big, pur vincitrice di
premi noti. Fanno scelte più interessanti alcuni editori medio piccoli, che mi
pare progrediscano pian piano.
Per gli esordienti riesce comunque difficile
proporsi anche a questi, per cui prolifera una congerie di piccolissimi. Pubblicare
con loro risulta, salvo casi fortunatissimi, quasi inutile per chi aspira a
fare della scrittura una professione.
Quali sono le tue esperienze con l’editoria?
Scrivendo per hobby, non mi lamento troppo dei
miei micro editori: rigorosamente free, sia chiaro.
I primi due libri non sono andati male. Ho
pubblicato la raccolta “seriale” di racconti gialli Mal di mare con
Autodafé (direttore preparato e serio);
il romanzo Devi orzare, Baal! con Lettere animate (print on demand,
tenevo alle copie da regalare agli amici velisti).
Declinazioni è
stato più sfortunato: con il primo editore ho rotto il contratto dopo pochi
mesi (copie difettose e altre inadempienze). L’attuale Herald ha fatto
un buon lavoro in cartaceo, ma la distribuzione è molto limitata, né produce la
versione digitale, pur inclusa nel contratto. Così, previa autorizzazione e
mantenendo il suo nome, l’ho commissionata io stessa a una piattaforma ad hoc ed è reperibile in
tutti gli store on line
Con quale slogan ti rivolgeresti al pubblico, per convincerlo ad acquistare il tuo libro?
Declinazioni
tratta
in tono leggero temi delicati e talvolta urticanti: l’amicizia
tra donne, il ruolo materno e la diversità, l’etica matrimoniale, la vecchiaia.
Il messaggio per noi donne è di essere razionali, oneste con se stesse e di compiere
scelte dignitose.
Dove possiamo contattarti e comprare il tuo libro?