Il vincitore del premio Neri Pozza

Pier Paolo Vettori vince la V edizione del prestigioso concorso letterario legato alla casa editrice Neri Pozza con l’opera

Un uomo sottile

Meritano menzione anche gli altri quattro finalisti

L’ultima candela di Krujë di Stefano Amato

Dove il mare diventa cielo di Enrica Aragona

Rimane sempre qualcosa di Luca Illetterati

Fino al confine di Luca Saltini

Il Premio Nazionale di Letteratura Neri Pozza è dedicato a opere inedite di narrativa letteraria.

I partecipanti sono stati 1.312.

Una commissione designata dalla casa editrice ha selezionato dodici opere, dalle quali è stata scelta la cinquina finalista.

Il vincitore è stato annunciato il 10 settembre durante la cerimonia di premiazione che si è svolta al Teatro Olimpico di Vicenza, e riceverà in premio un assegno di 25 mila euro e la pubblicazione dell’opera da Neri Pozza Editore.

Autori esordienti: guardatevi dal business!

Il mercato degli autori esordienti in Italia è molto vasto. Si dice che le persone che scrivono siano di più di quelle che leggono.
Un tale mercato naturalmente desta appetiti, da parte di persone ed entità che cercano di lucrare su questa massa di persone.

Qui vi mettiamo in guardia dai seguenti modelli di business:

  1. Il business delle piccole case editrici

Questo business si basa sulla vendita di pochissime copie di moltissimi libri.

È un business contrastante con gli interessi dell’autore, che invece vorrebbe vedere distribuita e diffusa la propria opera. Praticamente l’autore viene costretto a cedere i propri diritti in cambio di poco o niente.

Secondo questo modello la casa editrice cerca di lucrare sulla quantità di libri pubblicati, e non sul numero di copie vendute di ciascun libro (come sarebbe invece naturale per una casa editrice seria).

Pubblicando moltissimi libri (per es. 500-1000 in un anno), è possibile infatti realizzare un profitto, anche se di questi libri verranno vendute soltanto poche copie.

A tale scopo la casa editrice deve abbattere i costi di produzione, di distribuzione e di marketing. E lo fa in questo modo:

  • riduce i costi del personale, mantenendo in ditta pochissimi dipendenti e molti stagisti inesperti. Per questo non dispone di editor e di grafici professionisti
  • non investe un centesimo nell’editing e nemmeno nella correzione di bozze dei libri: praticamente fa un copia-incolla del manoscritto dell’autore
  • non investe in un distributore serio, che pretenderebbe un’alta percentuale del costo di copertina. Punta invece su distributori ‘”on demand” e sull’autodistribuzione. Ciò significa che i libri non arrivano mai in libreria, perché nessuna libreria ordina libri di sconosciuti senza poterli rendere.
  • mette in vendita il libro a un prezzo di copertina relativamente alto e concede all’autore le royalties minime
  • è restia a collaborare con Amazon e privilegia la vendita diretta sul proprio sito. Se viene prodotto un ebook, questo non viene messo in vendita su Amazon.

Come si fa a riconoscere queste case editrici?

  • Prima di tutto guardate il numero di titoli pubblicati dalla casa editrice. Se sono tanti, diffidate: come è possibile che la casa editrice piccola riesca a pubblicare tutti questi libri con la dovuta cura?
  • Come si apre il sito della casa editrice? Con una scritta a caratteri cubitali, in cui si dice che “cercano manoscritti”? Diffidate: le case editrici serie non hanno bisogno di adescare autori esordienti
  • Leggete bene il contratto: se non è specificata la tiratura iniziale, ciò significa che il vostro libro verrà stampato in un numero esiguo di copie. Però consolatevi: senza l’indicazione della tiratura, un contratto di edizione a termine è nullo.
  • Diffidate da tutte le clausole che privilegiano la vendita diretta e penalizzano la vendita sugli store elettronici: nessuno conosce queste case editrici, e nessuno compra libri sul loro sito.
  • Controllate se i libri già pubblicati sono disponibili su Amazon.
  • Diffidate da clausole che vi obbligano a fare presentazioni del vostro libro: non siete venditori porta a porta.

Conclusione

Naturalmente siete liberi di pubblicare con una casa editrice che stamperà e distribuirà pochissime copie del vostro libro.
Per un esordiente è importante arrivare a una prima pubblicazione: non serve soltanto alla soddisfazione personale, ma anche a fare curriculum. E il curriculum è la prima cosa che altre case editrici andranno a guardare.
Se però avete un’opera che vi sta a cuore, ricordate che probabilmente la brucerete con questo tipo di editore.

  1. Il business delle valutazioni a pagamento

Si premette che qui non si intende fare di tutta l’erba un fascio. La valutazione può essere utile all’autore, soprattutto se si tratta della valutazione che precede l’editing e che contiene suggerimenti concreti di editing.

Il business da cui vogliamo mettere in guardia è quello delle agenzie letterarie, che si fanno pagare profumatamente per rilasciare valutazioni di manoscritti.

Specialmente le agenzie più blasonate esigono onorari molto elevati per la valutazione. In cambio, non offrono alcuna garanzia, sia per quanto riguarda la qualifica della persona che redige la valutazione, sia per quanto riguarda i tempi di consegna.

Una famosa agenzia letteraria mi ha chiesto più di 500 € per rilasciare una valutazione, e non voleva nemmeno impegnarsi a consegnarla entro una determinata data. Un’altra, meno famosa, ha richiesto 36,- € per leggere 20 pagine del manoscritto. Visto il prezzo basso in termini assoluti (ma non relativi: provate a moltiplicare 36 x 10), ho accettato: questa agenzia mi ha fornito una valutazione di 5 righe, nessuna delle quali conteneva un solo riferimento concreto al mio scritto.  Una presa di giro.

Si ricordi che la valutazione di agenzia a pagamento non esiste all’estero.

È anche molto facile produrre valutazioni stereotipate, redatte da persone che hanno letto il manoscritto in maniera superficiale, o da stagisti sottopagati. L’autore non ha nemmeno la garanzia che il manoscritto venga letto davvero.

E non fatevi illusioni sulle possibilità di pubblicazione con una grande casa editrice: se l’agente non ritiene valido il manoscritto, non lo promuoverà nemmeno se gli avete corrisposto un onorario salato.

Conclusione: se avete soldi da spendere, meglio frequentare un corso di scrittura creativa.

  1. Il business dell’editing

Si premette che, fra tutti i tipi di business elencati sopra, forse questo è quello più utile all’autore. Lavorare con un bravo editor è come frequentare un corso di scrittura.

Però anche qui ci sono trappole in cui e meglio non cascare:

  • l’editing non fa miracoli:
    troverete editor che accettano di lavorare sul vostro manoscritto, anche se esso è privo di potenzialità. Con l’editing non si può rendere pubblicabile un testo gravato da pecche strutturali e stilistiche. Qui correte il rischio di spendere molti soldi per niente.
  • l’editing non è una semplice correzione di bozze:
    al prezzo dell’editing potreste ricevere una semplice correzione ortografica o vagamente stilistica del manoscritto. Questo editing superficiale è diffuso.
  • l’editing potrebbe essere stereotipato:
    poiché molti autori esordienti fanno errori tipici, è facile per un editor fornire suggerimenti in base a una scaletta preconfezionata (del tipo: manca il conflitto, manca il climax, manca la struttura in tre atti, punto di vista ballerino, dialoghi a teste parlanti, ecc.) senza fornire un’analisi approfondita del vostro manoscritto. Spesso questo tipo di editing viene offerto con il nome di “editing strutturale”.

Suggerimenti

  • Per prima cosa è meglio frequentare un corso di scrittura creativa. Rivolgetevi a un editor soltanto dopo che avrete imparato i fondamenti del mestiere. Altrimenti vi prestate all’editing stereotipato
  • Assicuratevi che nel contratto sia specificato il numero di giri di editing previsti: altrimenti verrete lasciati alle prese con il primo giro di editing, senza alcuna revisione ulteriore.
  • Non iniziate subito con l’editing, ma richiedete prima una valutazione del testo: questa prestazione costa meno dell’editing, ma può avere la stessa utilità, soprattutto se il vostro manoscritto non è ancora maturo.
  • Chiedete un editing di prova gratuito.
  • Domandatevi se siete disposti a modificare radicalmente il testo: l’editing potrebbe richiedere proprio questo.

I numeri segreti dell’editoria

Condivido con piacere questo video di Paolo Valenti, in cui ci spiega alcune cose fondamentali

  1. Il numero di copie vendute dei libri viene tenuto segreto (i dati sono disponibili solo a pagamento)
  2. Soltanto l’8% della tiratura totale di libri proviene dalla piccola editoria/microeditoria: vale a dire che meno di un titolo su dieci in commercio proviene dalla piccola editoria
  3. Il 91 % della tiratura totale proviene da editori medi e grandi. (Si tratta di circa 150 case editrici, che insieme detengono il 91 % della tiratura).
  4. Il 70 % dei lettori preferisce il formato cartaceo, anche se recentemente c’è stata una forte crescita del digitale.

C’è però una novità di cui il video non parla: è dal 2020 che il 40 % dei lettori non compra più i libri in libreria, ma sugli store online (primo fra tutti Amazon). Tenete presente questo dato nuovo, diffuso recentemente dall’Associazione Italiana Editori.

A proposito di numeri: volete sapere quante copie ha approssimativamente venduto un libro su Amazon? Ciò è possibile con lo strumento Amazon Sales Estimator Tool.

Basta collegarsi al suddetto sito web e inserire nella tabella il mercato (Italia), la categoria (libri) e il numero che indica la Posizione nella classifica Bestseller di Amazon (numero che si trova sotto i Dettagli di ogni libro).

Si avverte che il risultato è da prendersi con le pinze: si tratta di una stima approssimativa.

Tuttavia rimarrete stupiti nel constatare che anche libri blasonati o elogiati dai media e dai social vendano un numero modesto di copie.